I sette doni dello Spirito Santo
La sapienza è un'emanazione della potenza di Dio, un effluvio
genuino della gloria dell'Onnipotente,...è un riflesso della luce perenne, uno
specchio senza macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà (Sap.
7,25-26).
La sapienza è un lume
che non può acquistarsi, ne per mezzo di umano magistero, ma che immediatamente
viene infusa da Dio. (P.Pio)
Dio la concede a quanti la chiedono nella preghiera e insieme ad essa vengono
concessi tutti i beni. Questo dono, però, è concesso solo all'uomo la cui
volontà è retta : "La
sapienza non entra in un'anima che opera il male né abita in un corpo schiavo
del peccato" (Sap.1,4)
Il sapiente ha la sua gioia nel servire il Signore, dimenticando se stesso.
Egli amerà buoni e cattivi, amici e nemici senza distinzioni umane, vedrà con
gli occhi di Dio e amerà col suo Amore.
L'intelletto è una luce soprannaturale, che illumina l'occhio
dell'anima fortificandola e donandole una più estesa vista sulle cose divine.
L'intelligenza ci fa apparire le cose spirituali come nuda Verità (S.Tommaso).
Si rivela la bellezza piena d'incanto dei misteri di Dio ed appaiono armonie
nuove che portano ad una dolcezza infinita. Tutto sembra nuovo all'anima, la
Verità è colta in maniera più completa.
La condizione
indispensabile per il dono dell'intelletto è la purezza di cuore :
un cuore puro è un cuore sincero, limpido, leale, trasparente, libero da ogni
male.
"Ti benedico, o
Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose
ai sapienti ed agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli."
(Mt.5,8).
Bisogna essere piccoli, lasciarsi purificare, spogliarsi di tutto, anche delle
certezze più assolute. Il dono dell'intelletto dona all'anima una conoscenza
profonda della propria vita, le fa capire i disegni di Dio facendola
raggiungere lo scopo della sua esistenza.
"Non
conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la
vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui
gradito e perfetto."(Rm. 12,2)
Il dono del consiglio ci fa attuare il proposito di vivere secondo il Vangelo
nelle situazioni concrete : ci ispira scelte conforme alla volontà di Dio, ci
aiuta a risolvere i problemi della condotta personale.
E' una specie d'intuizione soprannaturale che aiuta a giudicare prontamente e
sicuramente ciò che conviene fare e decidere, senza esitazioni e dubbi, anche
nei casi difficili.
Lo Spirito ci mette in piena sintonia con Dio e ci fa realizzare il proposito
di vivere secondo la sua volontà, e viene in aiuto della nostra debolezza
perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare.
Occorre essere docili,
sottomessi alla mozione dello Spirito, cioè non ostacolarne l'azione:
il dono del consiglio richiede alcune disposizioni fondamentali tra cui un
profondo sentimento della nostra impotenza ed incapacità, che solo può attirare
lo Spirito di Dio ad agire in noi. E' necessaria anche la semplicità e la retta
intenzione che ci libera da riguardi e considerazioni umane e ci indirizza con
purezza di cuore a Dio.
La fortezza è l'espressione della fede matura, provata da tutto
quello che il maligno può scatenare dentro di noi e intorno a noi per vincere
la debolezza umana.
A sostegno della fortezza Dio ci offre se stesso e la sua parola.
"Se uno mi ama,
osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui
e prenderemo dimora presso di lui."(Gv.
14,23)
L'impegno perseverante delle virtù morali, porta come frutto il gaudio
spirituale.
La fortezza è dono della bontà di Dio e frutto della redenzione : Maria, la Madre di Dio, è donna forte
nei disagi, nei pericoli, nel silenzioso servizio quotidiano nella famiglia,
più ancora ai piedi della croce, ed è oggi modello di fortezza per tutti.
Gesù, l'Emmanuele, "Dio con noi" può trasformare la debolezza
dell'uomo in fortezza, la
croce nella gloria della resurrezione.
"Grazie
al dono della scienza ci è dato conoscere il vero valore delle creature nel
loro rapporto col Creatore.
Grazie ad essa -
scrive S.Tommaso - l'uomo
non stima le creature più di quello che valgono e non pone in esse, ma in Dio,
il fine della propria vita."(Giovanni Paolo II).
Il dono della scienza insegna a fare ringraziamento e offerta di ogni cosa
creata perché ci è stata data per aiutarci nel cammino verso Dio. La scienza
suggerisce un ordinato e illuminato distacco dalle creature per entrare in
armonia e in profonda comunione con esse e assaporarne tutta la bellezza come
riflesso della bellezza di Dio.
Nel Siracide leggiamo :"...pose
lo sguardo nel cuore degli uomini per mostrare loro la grandezza delle sue
opere", "I
loro occhi contemplarono la grandezza della sua gloria e i loro orecchi
sentirono la magnificenza della sua voce".
Il dono della scienza è
sorgente di lode, di canto ed è fonte di libertà interiore che
porta alla contemplazione di Dio.
La pietà, come dono dello Spirito Santo, ci rende capaci di
rispondere all'amore misericordioso di Dio con un attaccamento filiale fatto di
vigilanza e tenerezza, che si traduce in un'obbedienza pronta e gioiosa verso
Dio e un'attenta misericordia verso il prossimo. (A.Doneda)
La consapevolezza
dell'amore di Dio permette all'anima di volgere lo sguardo a Lui.
Ci sentiamo figli protetti, custoditi in mani sicure, perché sappiamo che il
suo perdono è amore, non giustizia.
Consapevole della propria povertà, la creatura si abbandona al suo Creatore per
riceverne consolazione.
Dio ama e attende da
ciascuno una risposta al suo amore.
Negli avvenimenti di ogni giorno e nelle prove più difficili, questo dono ci fa
essere pronti ad ogni sacrificio, per amore di un Padre così tenero che in
tutti gli eventi opera solo per il bene dei suoi figli. E' il dono della pietà
che trasforma il nostro cuore e vi infonde gli stessi sentimenti che furono in
Cristo Gesù.
"Venite,
figli, ascoltatemi; vi insegnerò il timore del Signore"(Sal.
34,12)
Mentre l'amore ci fa accelerate il passo, il timore ci induce a guardare dove
posiamo il passo per non cadere.
Il timore servile induce a fuggire il peccato per evitare le pene eterne
dell'inferno: è un timore buono, che per molti uomini lontani da Dio
rappresenta il primo passo verso la conversione e l'inizio dell'amore, è una
grande difesa contro le tentazioni e le attrattive del male.
Il cristiano è mosso dall'amore divino ed è chiamato ad amare: quando l'amore
elimina ogni timore, questo si trasforma tutto in amore.
Il cristiano dunque deve coltivare il santo timore di Dio, per avere una
percezione forte del senso del peccato, per non avere paura " di quelli che uccidono il corpo, ma
non hanno potere di uccidere l'anima" ma avere santo
timore di "Colui
che può far perire e l'anima e il corpo...".
Il dono del timore è per
eccellenza il dono della lotta contro il peccato.